Il bidet: breve storia del complemento da bagno più controverso del mondo
Strumento insostituibile per l’igiene intima di qualsiasi italiano medio, elemento imprescindibile dell’arredobagno in qualsiasi casa del nostro paese: stiamo parlando del bidet, il complemento d’arredo per il bagno la cui storia ci consegna un esempio di come gli usi, i costumi e le credenze delle popolazioni del mondo possano avere riverberi così diversi negli utilizzi dei classici supporti della vita quotidiana.
Sfatiamo immediatamente un mito: il bidet non è nato in Italia, nonostante il nostro sia il paese che ne fa maggiormente uso, bensì in Francia.
La prima testimonianza attendibile di “bidetto”, come veniva definito all’epoca nella nostra lingua, arriva dalle cronache storiche francesi del 1700. A quanto pare il suo inventore, tale Christophe Des Rosiers, ne fece installare uno nella dimora dell’allora Primo Ministro francese. A farne largo uso fu, tuttavia, la sua signora, Madame De Prie, che a quanto pare venne sorpresa nell’atto dell’utilizzo dal suo amante dell’epoca, che tra l’altro era il Ministro degli Esteri della nazione.
Bidet, bidetto, cavallino oppure… oggetto simile a un violino!
La terminologia utilizzata per definire il bidet, a quanto apprendiamo dagli archivi, è molto varia, anche a e soprattutto in virtù della forma particolare del supporto e, nella maggior parte dei casi, nella totale ignoranza a riguardo di chi tentava di descriverne forma e destinazione d’uso. Per questo motivo le cronache ci restituiscono citazioni come “strano oggetto a forma di chitarra”, “sgabellino simile a un violino” e quant’altro.
Tutti, in ogni caso, furono quasi spontaneamente concordi nella definizione di “bidet” per la somiglianza con il termine francese che significa “cavallino”, in virtù della posizione generalmente adottata durante l’utilizzo.
Come tutti gli oggetti innovativi, la ricettiva Francia ne creò una moda in rapida espansione (e, come vedremo più avanti, altrettanto rapido declino).
Alla Reggia di Versailles vennero installati addirittura un centinaio di bidet nell’arco dell’intera struttura, i quali vennero rapidamente eliminati una decina d’anni dopo, visto l’assoluta inutilità agli occhi degli ospiti.
Il bidet va infatti contestualizzato nel periodo storico di riferimento: il Settecento è notoriamente una fase della storia fortemente oscura dal punto di vista dell’igiene: credenze mediche, religiose e sociali scoraggiavano in ogni modo l’utilizzo dell’acqua, giudicata poco salubre, e ritenevano peccaminosi strumenti, come appunto il bidet, atti a concentrare le proprie azioni in zone del corpo sconvenienti per vista e tatto.
Tutto questo non aiutò, dunque, la diffusione di un supporto così “avanguardistico”, il quale venne brevemente relegato a costume tipico delle prostitute (rendendo anche le utilizzatrici stesse, agli occhi della società, accostabili a quella categoria di donne).
L’utilizzo del bidet in Europa
Col passare dei secoli la situazione francese ha avuto fasi alterne in rapporto all’uso del bidet, basti pensare che nella seconda metà del secolo scorso più del 70% delle case, a un certo punto, godevano della presenza del prezioso supporto. Salvo poi scendere al 40% dei tempi attuali.
Ancora più basse le percentuali per inglesi, americani e tedeschi, tutte tra il 10% ed il 20% di diffusione attualmente riscontrato.
Secoli di storia, infatti, sembrano non cancellare quella percezione “sconveniente” del bidet, soprattutto da parte degli abitanti del Regno Unito, che in una recente statistica di una nota catena alberghiera hanno indicato la qualità dei cuscini, per dirne una, come fattore di gran lunga più importante rispetto alla presenza o meno del bidet nella camera d’albergo.
Anche gli americani sembrano avere una visione simile ai cugini anglo-sassoni, mostrando una perplessità culturale rispetto ad un oggetto considerato, per molti versi, “bizzarro”.
Va detto che gli aspetti sociologici e storici della cultura di un popolo vanno analizzati anche in base all’esperienza maturata, gli americani stessi – ad esempio – vennero a conoscenza del bidet nel corso della seconda guerra mondiale, notandone diffusa presenza esclusivamente nei bordelli europei che molti dei militari solevano frequentare.
Il bidet in Italia
In Italia, il primo bidet della storia fece la sua comparsa nella Reggia di Caserta, grazie alle insistenze della lungimirante e innovativa Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, regina di Napoli.
I Borbone, infatti, furono noti per la loro atavica avanguardia in tema di igiene personale, tanto da possedere, nella loro dimora, una vera e propria – e ancora pressoché inedita – stanza da bagno con tanto di acqua corrente ed el
ementi di decoro in marmo.
La tradizione italiana contribuì notevolmente allo sviluppo e alla diffusione del concetto di bidet, ovviamente per lo più nel nostro paese, ma anche nel resto del mondo, portando avanti nei secoli uno spirito di innovazione che caratterizzò il trasformarsi estetico via via sempre più performante del supporto.
Dal classico bidet stand-alone, tipico della tradizione del passato che prevedeva una sorta di bacinella in legno o metallo e quattro piedini a supporto, siamo passati rapidamente alle composizioni in ceramica (non senza rapide evoluzioni di design, frutto soprattutto dell’introduzione dell’acqua corrente per il bidet), fino ai più recenti modelli che la logica d’arredo bagno prevede, ormai da molto tempo, essere del tutto simili al vicino water.