Storia della vasca da bagno: inizi, usi, costumi e varianti sino ai giorni nostri

Storia della vasca da bagno usi e costumi

Storia della vasca da bagno: inizi, usi, costumi e varianti sino ai giorni nostri

Il bagno, così come lo conosciamo, ha avuto negli anni un’evoluzione costante sia dal punto di vista architettonico che, soprattutto, relativamente al modo di intendere questo specifico ambiente della casa.

Variando dunque gli scopi e i significati attribuibili al bagno, anche sulla base delle diverse culture e i costumi in cui veniva contestualizzato, è possibile tracciare alcuni di questi elementi distintivi proprio attraverso gli oggetti più comuni propri di quest’ambiente, soprattutto la vasca da bagno.

I primi materiali utilizzati per la vasca da bagno

Anticamente, gli elementi con i quali venivano realizzate le vasche da bagno erano chiaramente di origine facilmente reperibile: pietra, ghisa, zinco. Solo nel tardo medioevo cominciano a fare la loro comparsa le vasche da bagno in legno.
Molto distanti quindi, in termini di materiali, rispetto alle attuali creazioni in ceramica, o materiali comunque ultraresistenti in generale.

I modelli più antichi

storia vasca da bagnoA quanto sembra dai rilevamenti ufficialmente riconosciuti, la primissima vasca da bagno risale al 1700 a.C., rinvenuta tra i resti di quello che fu il famoso Palazzo di Cnosso, una delle strutture architettoniche più importanti del tempo, ed era dotata di un impianto idrico incredibilmente avanzato in relazione all’epoca di collocazione.

Per quanto appaia così esigua la distanza, in realtà la diffusione delle vasche da bagno in Grecia avvenne solo molto più tardi. Se ne possono trovare cenni anche in alcuni poemi antichi circa il loro doppio utilizzo (doccia e immersione) e la loro comparsa nel territorio ellenico è da motivarsi con l’istituzionalizzazione dei bagni all’interno di contesti pubblici come ginnasi.

Ma lo scopo della vasca da bagno non era certo da riferirsi al concetto di relax: principalmente si era soliti riempirla di acqua fredda e utilizzarla come esercizio fisico, ad integrazione dei massicci programmi di attività fisica per i quali era famosa l’antica Grecia.

Quando nel terzo secolo a.C. si intensificarono i contatti fra Greci e Romani, la vasca da bagno venne rapidamente introdotta nella capitale dell’allora impero più grande d’Europa. Fu proprio a Roma che il supporto assunse maggiormente i tratti distintivi che riconosciamo anche oggi: varietà di utilizzi, diffusione vasta nella popolazione (abbiente, per lo più) e utilizzo di balsami e profumi al fine di migliorarne l’esperienza.

Con Roma, dunque, la vasca da bagno diventava un luogo per il benessere della persona.

Aspetti sociali del “bagno”

Il concetto di immersione (con cui si intende “bagno”, in questo caso) nella vasca da bagno, faceva in realtà parte di un rituale molto strutturato ai tempi. Si trattava in realtà dell’ultimo tassello del percorso (che sembra avesse origini orientali) in cui il momento principale era quello del bagno a vapore. Il tutto, peraltro, avveniva in un contesto pubblico. Per meglio comprendere, possiamo associare questo percorso a quelli comunemente svolti in una normale SPA. Il concetto, difatti era lo stesso.

La vasca da bagno era dunque uno strumento di convivialità e ritrovo, aveva dimensioni molto grandi (ospitando, di fatto, gruppi di persone) ed era collocata in una più ampia esperienza di benessere.

La prosperità dell’Impero Romano e della sua cultura chiaramente permisero una rapida ascesa di questo costume, che però si trovò irrimediabilmente a decadere in parallelo alla progressiva distruzione dell’Impero stesso, come ben sappiamo dai libri di storia.

I comportamenti sociali ebbero brusche variazioni, i barbari distrussero gli antichi bagni romani e a sopravvivere furono solo quelli collocati nelle aree orientali del mondo, sulle quali Roma ebbe un forte controllo, che si tramutarono nei ben noti Hammam.

Le funzioni personali della vasca da bagno

Da un punto di vista individuale, ossia ad uso domestico, l’abitudine di utilizzare una vasca da bagno per la propria igiene era appannaggio esclusivo di monasteri e castelli, in virtù della natura allora “esclusiva” del supporto. E da questo punto di vista i costumi rimasero invariati per diversi secoli.

Tuttavia, per quanto solo ad uso di privilegiati, in questo senso venne sdoganato definitivamente l’utilizzo della vasca da bagno in forma privata. La sua diffusione dunque andò di pari passo allo sviluppo economico, diverso da paese in paese.
Nel 1828, peraltro, si può identificare una tappa molto importante per la diffusione delle vasche nella cultura di massa: a Viareggio venne costruito il primo stabilimento balneare.
Al contempo, i medici dell’epoca erano soliti suggerire spesso l’idroterapia, in virtù degli studi di quell’epoca sui benefici di questa particolare pratica.

La vera svolta avvenne con l’introduzione dell’acqua corrente all’interno delle case, di qualunque ceto sociale fossero. Questo fattore diede via libera alla diffusione delle vasche da bagno in concomitanza con la progressiva sparizione dei bagni pubblici (eccezion fatta per alcuni paesi orientali come il Giappone, nei quali l’elemento ritualistico e conviviale era ancora molto forte nel contesto quotidiano, al pari delle antiche abitudini romane).

La struttura

Come detto, i primi materiali atti alla realizzazione di vasche da bagno erano lo zinco (evolutosi negli anni in termini di spessore), il rame, la ghisa e talvolta, seppur molto meno frequentemente, in marmo.
Una vasca da bagno standard vantava un peso variabile tra i 25 e i 140 chili (determinanti erano le dimensioni e la scelta dei materiali).

I tempi moderni, come ben sappiamo, ci consegnano invece vasche in porcellana e ceramica (fine ‘800), e recentemente anche polimetilmetacrilato.

Un passato iconico che tende a tornare di moda: la vasca stanvasca da bagno stand aloned-alone

Un tempo vero e proprio simbolo della Salle da Bain, la vasca da bagno stand-alone sta vivendo una “primavera di innovazione” nel
contesto dell’interior design da bagno.
La stand-alone fu per secoli, a tutti gli effetti, l’unica tipologia di vasca da bagno presente nel contesto domestico. Essa esisteva – come detto – nei cosiddetti contesti privilegiati ed elitari, divenendo di fatto simbolo di aristocrazia e prosperità.

L’avvento della vasca da bagno da incasso, in concomitanza con la sua diffusione di massa che andava a braccetto con l’utilitaristico sfruttamento degli spazi ridotti, gettò la stand-alone in un oblio del passato destinato, per molto, a rimanere tale.

Ma negli ultimi anni il proliferare della cultura vintage, prima, e del new-old poi, hanno dato nuovo lustro alla versione più iconica del famoso supporto d’arredamento bagno.

Ad oggi la vasca da bagno stand-alone rappresenta un must, soprattutto in funzione della rinnovata cultura per la cura di sé e per il benessere della persona, concetti che sembrano trovare terreno fertile di espressione per messo di questa tipologia di vasca stessa.

I richiami classici alle antiche stand-alone sono evidenti, tuttavia le versioni moderne adottano interessanti e innovative soluzioni di design, integrate spesso con supporti Hi-tech come il sistema idromassaggio o la cromoterapia.

La vasca da bagno stand-alone è anche un complemento d’arredo di enorme valore estetico per gli ambienti open space, così come per i bagni più voluminosi a livello di spazio tanto da essere, di fatto, spazi multifunzionali votati al comfort e alla cura della persona.
Gli stili di arredamento bagno che meglio si sposano con la collocazione di una vasca stand-alone sono numerosi: dal moderno antichizzato al barocco, fino ai look più moderni come il minimal.

Una variante rivoluzionaria: la vasca idromassaggio

La nascita della vasca idromassaggio è databile 1968 e si deve alla felice intuizione di Roy Jacuzzi, un italiano trapiantato in America che – come è intuibile – diede il suo nome alla creazione, probabilmente inconsapevole che, anni dopo, sarebbe servito a definire l’idromassaggio nella sua accezione universalmente riconosciuta.

In realtà Jacuzzi inventò la vasca idromassaggio in modo assolutamente casuale. La sua famiglia si occupava di componenti per aeroplani. Il padre Candido sfruttò dunque le proprie competenze tecniche per realizzare una struttura terapeutica atta ad aiutare uno dei figli, affetto da artrite reumatoide.

Il congegno non era altro che una vasca da bagno a tutti gli effetti, che con un meccanismo a pompa integrato generava un flusso di bollicine nell’acqua. Tali bolle avevano un effetto massaggiante, e sembravano procurare sollievo al figlio malato.

Anni dopo, Roy Jacuzzi intuì il potenziale commerciale dell’oggetto, apportò alcune modifiche strutturali per renderlo fruibile al grande pubblico, ed allestì una produzione seriale che lanciò sul mercato. Inutile constatare che questa vicenda rappresentò uno dei casi commerciali più redditizi che la storia ricordi.

Le vasche idromassaggio nella storia

vasca da bagno idromassaggioAlla fine degli anni ’60 del secolo scorso la vasca idromassaggio era un lusso che potevano permettersi in pochi, destinando dunque l’innovativo complemento d’arredo bagno ad uso esclusivo dell’upper-class. Lo sviluppo industriale e il boom economico degli anni ’80, tuttavia, ne rese possibile la diffusione ben più radicale, coadiuvata da una concorrenza sempre più insistente (seppur l’industria Jacuzzi rimase, ed è ancora oggi, leader incontrastata del mercato mondiale del settore).

Negli anni vennero sviluppati progetti ed evoluzioni decisamente interessanti, con performance sempre più innovative rispetto alla classica funzione idromassaggiante. Si va dai brevetti Shatsu, con posizionamento di apposite bocchette atte a simulare un vero e proprio massaggio cervicale, alla produzione di bolle da fondale anziché lateralmente. Fino alle più moderne versioni di vasca programmabile per intensità, e dotate di sistemi silenziatori che riducono l’impatto acustico fino all’80% del totale.

Oggi, il sistema idromassaggio è molto utilizzato anche per le piscine delle SPA e per le vasche nei parchi acquatici di tutto il mondo.

Curiosità: la funzione “mediatica” della vasca da bagno

Esiste una storia decisamente curiosa, legata alla vasca da bagno, che esula dalla natura prettamente igienica del supporto. Ci fu un evento, infatti, in cui il famoso supporto da bagno divenne metro di misura del giornalismo bellico internazionale.

Le cronache riportano che nel 1917 i principali quotidiani americani presentavano l’articolo di un famoso giornalista dell’epoca, che dichiarava – non senza disappunto – che nei giorni direttamente precedenti all’articolo aveva avuto luogo il 75esimo anniversario dell’invenzione della vasca da bagno, passato in sordina fra la popolazione.

A dire del giornalista, tale H.L. Mencken, l’evento non sarebbe dovuto passare inosservato, poiché – si leggeva nell’articolo – alla vasca da bagno erano legati eventi molto importanti per il popolo americano. Per esempio, sembra che fu lo stesso presidente Fillmore ad far installare la prima vasca alla Casa Bianca, nel 1851, nonostante le reticenze di alcuni stati americani che – proprio in quel periodo – stavano varando mozioni che ne ponessero fuori legge l’utilizzo.

L’articolo fece il giro del paese, generando un passaparola consistente, ma celava un segreto: era falso. Completamente, e soprattutto volutamente, falso.

La curiosità risiede nel fatto che Mencken nutriva una convinzione riguardo alla natura propagandistica delle notizie che filtravano in USA, proprio in un periodo in cui la prima guerra mondiale stava vivendo una fase cruciale: forse solo l’1% delle notizie che arrivavano, erano veritiere. Questo perché si tendeva a dare risalto principalmente ad alcuni aspetti dello sforzo bellico anziché altri. Mencken, un tempo reporter di guerra, aveva vissuto sulla sua pelle questo problema, e aveva deciso di utilizzare proprio un’icona come la vasca da bagno per confermare e dimostrare la sua tesi a tutta la nazione.

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